FUNDUQ al-MUGHANNÎN
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Questo spettacolo nasce dal progetto Funduq, héritage, recherches et création, dell’associazione Talia di Bruxelles, con la collaborazione del Dipartimento Aglaia di studi greci, latini e musicali dell’università di Palermo, del Centre des Musiques Arabes et Méditerranéennes di Sidi Bou Saïd (Tunisia) e dell’associazione Limma di Constantine (Algeria), sotto il patrocinio della Fondazione Euromediterranea “Anna Lindh” per il dialogo fra le culture.

Il funduq (in arabo) designa un’istituzione che, nel corso dei secoli sin dalla Grecia antica (il pandocheion), è esistita nel mondo mediterraneo come luogo di incontro tra viaggiatori e commercianti di tutte le culture. I funduq sono la testimonianza di un’eredità mediterranea, feconda di incontri e di dialoghi al di là delle differenze culturali.

In Sicilia, u fùnnacu è il luogo di accoglienza per i carrettieri, dove si tenevano leggendari giochi musicali e i carrettieri cantavano dei poemi d’amore improvvisati.

Lo spettacolo è il debutto di un nuovo viaggio, nuovi mercanti dell’arte in viaggio per le rive della musica, sulle tracce dei viaggiatori commerciali delle due rive del Mediterraneo, in un mondo che probabilmente ha visto i poemi d’amore cantati alla corte dei re normanni di Sicilia passare dall’arabo al siculo-provenzale e che ha visto i primi Consigli europei installarsi nel funduq delle loro nazioni nel cuore delle medine del Maghreb.

In scena, musicisti provenienti da Italia, Belgio, Francia e Tunisia.
Dal Belgio, Pierre Vaiana (sax soprano, direzione artistica); dalla Francia, Carlo Rizzo (tamburelli); dall’Italia Oriana Civile (canto), Mario Incudine (canto e corde), Salvatore Bonafede (piano), Luca Lo Bianco (contrabbasso), Riccardo Laganà (percussioni); dalla Tunisia, Zohra Lajnef (canto), Omar Adela (percussioni) e Saif Maayoufi (fiati etnici e ney), Foued Rafrafi (oud), Nidhal Jaoua (quanun).
La formazione di questo spettacolo è in continua evoluzione e trasformazione.

A testimonianza del progetto Funduq, héritage, recherches et création, è nato anche il disco Funduq al Mughannîn, l’auberge des chanteurs, contentente tre brani cantati da Oriana Civile, registrati durante il concerto del Laboratorio di Etnomusicologia AGLAIA fatto al Palais Ennejma Ezzahra del Centro di Musiche Arabe e Mediterranee di Sidi Bou Said (Tunisia) l’8 aprile 2008 .

NOTA DI ORIANA CIVILE

Il filmato proposto in questa pagina, malgrado la discutibile qualità audio e video, rappresenta un’importante testimonianza di contatto tra la cultura siciliana e quella araba.

Infatti, il brano cantato da me (qui con l’arrangiamento di Maurizio Curcio) è la cosiddetta Canzuna di Saponara (ME), canto di tradizione orale molto antico che si usava associare a diversi testi lirici in endecasillabi (di cui ho selezionato, tra centinaia, quelli che sentite qui per pura scelta estetica) e funzionale a vari scopi, tra cui il trasporto nottetempo del carbone da parte delle donne da Saponara a Messina (30 km ca.) e poi viceversa al ritorno il trasporto della legna. Nella Région du Kef (Tunisia) esiste un canto tradizionale dalla melodia molto simile a questa (qui eseguito da Zohra Lajnef), fatto che potrebbe far pensare ad un'origine araba di tale canto o viceversa ad un'influenza sicula nel canto tunisino a seguito della grande ondata migratoria che ha investito la Tunisia dalla metà dell'800 fino alla metà del '900.